Evoluzione geotermica

Sergio Chiacchella, Direttore Generale di CoSviG Scrl: “La geotermia toscana è cambiata in maniera radicale rispetto a 10 anni fa. La considerazione per il territorio è prioritaria”.

GeotermiaNews
Sergio Chiacchella per QualEnergia
2018-05-11

Dal 2010 il legislatore italiano ha aperto il settore geotermico al mercato. Diversi operatori e diverse tecnologie si stanno confrontando e in futuro si misureranno sui territori.

Ad oggi l'unica società che ha centrali geotermoelettriche in esercizio è Enel Green Power e per parlare del possibile futuro si deve necessariamente partire dall'analisi della situazione attuale e dalla verifica sulla sostenibilità o meno dell'attività svolta.

La produzione geotermoelettrica toscana copre oltre il 30% dei consumi elettrici dell'intera regione e rappresenta il 100% dell'energia elettrica prodotta da geotermia nel nostro paese ed oltre il 90% di quella prodotta nei paesi dell'Unione Europea.

L'importanza di questa attività, dal punto di vista del bilancio energetico e dell'economia, risulta quindi evidente ed è universalmente riconosciuta.

Anche le considerazioni che vedono la fonte geotermica come “motore di sviluppo” dei territori sono largamente condivise; tuttavia posizioni critiche nei confronti del possibile ulteriore sviluppo industriale dell'uso della geotermia sono presenti e si caratterizzano anche con iniziative mediatiche che ne aumentano la visibilità.

La discussione per l'approvazione della direttiva “energie rinnovabili” in sede di Parlamento Europeo ha riacceso le polemiche: si distingue “Buona” e “Cattiva” geotermia, e, per quanto riguarda la Toscana ed in particolare l'Amiata, si utilizzano studi scientifici ormai datati e realizzati in situazioni assolutamente diverse da quelle attuali, estrapolando solo alcuni dati dalla mole di studi e monitoraggi messi a disposizione dagli Enti preposti a tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini ed aggiornati in tempo quasi reale.

Da parte di Arpat vengono eseguiti controlli alle emissioni delle centrali geotermoelettriche e viene costantemente monitorata la qualità dell'aria, con pubblicazione annuale di un rapporto specifico.

Per quanto concerne l’aspetto emissivo, i dati confermano che dalle torri di raffreddamento esce per oltre il 99,4% vapore acqueo, che in buona parte viene raffreddato e reimmesso nel sottosuolo per mantenere in equilibrio il ciclo geotermico, e garantire la rinnovabilità della risorsa.

Oltre all'importanza dei valori emessi (emissioni), hanno fondamentale rilevanza le quantità presenti nelle ricadute in aria ambiente (immissioni), che sono da tempo monitorate attraverso le 18 stazioni di qualità dell’aria che misurano in continuo l’idrogeno solforato. Per altre sostanze come particolato sottile, mercurio, arsenico, ammoniaca, boro e radon vengono fatte campagne di monitoraggio periodico.

Dal rapporto di Arpat del 2015 (risultante da anni di osservazioni) si evince che i livelli delle specie misurate in aria ambiente sono ordini di grandezza inferiori ai valori limite di riferimento (soglia di attenzione) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

La Regione Toscana (delibera n 1277/17) conferma la forte riduzione nel tempo delle emissioni geotermiche per tutte le specie - idrogeno solforato, mercurio, ammoniaca e arsenico – con valori totali emessi ben inferiori ai dati 2007 , a dimostrazione dell'efficacia delle nuove tecnologie applicate.

Certo l'unica energia completamente pulita è quella che non si consuma, e nessuna fonte energetica, fossile o rinnovabile, è a impatto zero, per cui nel percorso di individuazione di quale energia privilegiare (sia elettricità che calore) va fatta un'analisi costi/benefici e il riferimento non può essere solo quello economico ma è indispensabile tenere nella massima considerazione la minimizzazione dell'impatto, l'annullamento dei rischi sanitari, l'ottimizzazione delle scelte per quanto riguarda la tecnologia ed il processo energetico e, soprattutto, la condivisione con i territori.


Sergio Chiacchella
Direttore Generale CoSviG Scrl
Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche


Originariamente pubblicato su QualEnergia, Anno XVI, n.1 Febbraio/Marzo 2018

 

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