Geotermia: Energia e identità

La geotermia è una fonte d’energia identitaria. La storia millenaria della quotidianità delle popolazioni toscane con il calore della Terra lo dimostra. Pubblicato sul numero di Novembre/Dicembre di QualEnergia

GeotermiaNews
QualeEnergia
2015-12-18

L’area dove le province di Pisa, Siena e Grosseto si incontrano, centro virtuale Larderello: tutto ha avuto inizio da qui; questo pezzo di Toscana particolare e, per certi aspetti, unico è caratterizzato da sempre dal rapporto della geotermia con l’ambiente e le popolazioni che qui risiedono e prosperano. Un rapporto fatto di alterazione dei colori delle rocce e degli odori, di atipicità delle specie naturali – come nel Parco delle Biancane -, di suggestioni metafisiche, dovute alla materializzazione dell’energia sotterranea, di bellezza e benessere, di storia, uso dell’ingegno, emancipazione delle persone e quindi modernità. Un rapporto quotidiano con una natura sommersa, con un’energia evidentemente presente e utilizzabile. Per questo la geotermia non è mai stata considerata buona o cattiva in sé, ma sempre soltanto un’opportunità specifica del territorio. Già nel 270 a.C. lo scrittore greco Licofrone raccontava dell’esistenza di acque calde dalle proprietà medicamentose in Etruria ed è probabile che lo stesso Dante abbia immaginato l’Inferno dopo aver visitato questi luoghi, ricchi di laghi bollenti e fumarole. Non è un caso che la valle di Larderello sia chiamata Valle del Diavolo. Fin dal 1777 fiorirono attività industriali che utilizzavano le “acque geotermiche” per la produzione di acido borico e poi, dal 1828, quando le sorgenti naturali cominciarono a essere insufficienti rispetto all‘espansione produttiva, ebbe inizio l’attività di perforazione per il reperimento di tale risorsa. La storia della moderna geotermia è, però, databile al 1904 quando il Principe Piero Ginori-Conti riuscì a trasformare l’energia termica del vapore in energia elettrica accendendo le prime cinque lampadine.
Da allora il rapporto tra l‘ambiente, la popolazione residente e la risorsa naturale è certamente cambiato e attualmente si cerca un nuovo e più avanzato equilibrio tra la grande produzione geotermoelettrica e il conseguente impatto ambientale, tra l‘attività imprenditoriale e turistica e quella industriale, tra la conservazione delle peculiarità di un paesaggio naturale, tuttora in gran parte incontaminato, e la necessità di piena valorizzazione di questa energia rinnovabile ed endogena.
La scelta è quella di puntare a un nuovo approccio culturale per una più completa valorizzazione sostenibile di questa ricchezza del sottosuolo, con la nascita di nuove forme di utilizzazione - gli usi diretti dell’energia termica e la verifica dei possibili impieghi delle tecnologie relative ai cicli binari - perché la geotermia è una risorsa imprescindibile per questi territori, che offre numerose opportunità per lo sviluppo socio-economico. Oltre all’importanza come risorsa energetica, va evidenziata la grande suggestione ambientale e naturalistica dei paesaggi; in questo caso la risorsa è in grado di trasformarsi davvero in un marchio, un brand territoriale e aggregante, una leva, uno strumento capace di produrre ricchezza, servizi e attrarre investimenti.
In questa fetta di Toscana non si produce solo energia da fonte rinnovabile pari a più di un quarto del fabbisogno elettrico regionale, ma, in un percorso fatto di iniziative virtuose e di eccellenze, si possono incontrare una filiera agroalimentare - la “Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili” -, il Museo della Geotermia con i suoi 28.000 visitatori l‘anno e i resti di una stazione termale famosa in tutta l‘antichità (Bagnone), vere attrattive turistiche della zona. E negli stessi territori, i boschi di castagni, querce e cerri dominano incontrastati il paesaggio che circonda antichi borghi medievali sotto le cui strade, lastricate in pietra, scorrono i tubi del teleriscaldamento, economico ed ecologico. E la geotermia diventa l‘Energia di un territorio.
Sergio Chiacchella
Direttore Generale CoSviG Scrl

 

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