Geotermia, Ricerca, Società: Ampliare il rapporto tra ricerca e società per aiutare i cittadini a capire la geotermia

Geotermia, Ricerca, Società: Ampliare il rapporto tra ricerca e società per aiutare i cittadini a capire la geotermia

Adele Manzella, geologa e Primo Ricercatore all'Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)

«Nel corso della mia attività – spiega la geologa del CNR Adele Manzella – mi sono resa conto di quanto poco si sa di geotermia in generale»

GeotermiaNews
Redazione
2018-02-23

La geotermia rappresenta da sempre una risorsa rinnovabile indigena della Toscana, impiegata per la produzione di energia elettrica sin dagli albori del ‘900 e dagli albori della civiltà come fonte di calore.

Ancora oggi nel nostro Paese l'industria geotermoelettrica è riuscita a sbocciare soltanto in Toscana, con coltivazioni attive all’interno del territorio di 16 comuni geotermici suddivisi su due aree di sviluppo: quella storica, o tradizionale, situata attorno a Larderello, e quella, dai trascorsi più recenti, dell'Amiata. Con quali benefici, quali impatti e quale futuro?

Il quotidiano online Greenreport, ha ospitato nei giorni scorsi un dibattito sul tema, pubblicando un’intervista doppia che da una parte è andata a interrogare Roberto Barocci, ex docente dell’Istituto di Istruzione Tecnica di Grosseto, sezione Geometri, oggi voce di spicco di SOS Geotermia e Rete NO GESI; dall’altra, ha ascoltato le argomentazioni prodotte da Adele Manzella, geologa e Primo Ricercatore all'Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

«La transizione energetica che investe tutti i paesi industrializzati, Europa in testa, sta richiedendo notevoli cambiamenti che la società fa fatica a metabolizzare spiega Manzella a Greenreport –. Abbiamo paura: abbiamo bisogno di energia ma abbiamo paura che qualunque nuovo impianto sia un rischio per la nostra salute, il nostro territorio, e rappresenti un vantaggio solo per operatori e gestori».

Uno stallo per uscire dal quale, secondo la ricercatrice del CNR, è importante puntare su una maggiore condivisione delle attuali conoscenze scientifiche in materia e (dunque) di una loro più efficiente ed efficace comunicazione.

«Nel corso della mia attività – osserva infatti Manzella – mi sono resa conto di quanto poco si sa di geotermia in generale. Laddove la geotermia si utilizza, come in Toscana, il cittadino si è dovuto attivare per sostenere il dovere di effettuare i monitoraggi e i controlli. Molti abitanti dei territori geotermici non sono pienamente consapevoli delle opportunità offerte dalla geotermia. Chi lo è, non è attivo nell’esprimere l’apprezzamento (e perché dovrebbe?), e il messaggio del passaparola è sempre e solo quello negativo. Prima ancora dell’accettabilità ci vorrebbe l’incontro, più che lo scontro, di interessi. L’operatore fa l’impianto per fornire energia, necessità primaria per il Paese e il territorio, ma solo se ne ha un guadagno economico al netto delle spese. Il cittadino e il territorio è infastidito dall’impianto: lo accetta solo se ne vede un vantaggio per sé, oltre che per il Paese, e se è sicuro che non comporti rischi all’ambiente o alla salute. Il ruolo del cittadino diventa attivo e il suo parere essenziale, un argomento di grande rilievo in Europa. I pochissimi studi fatti su questo tema non indicano ancora soluzioni chiare e consolidate, ma credo che in Italia occorra partire dal ricostruire la fiducia nelle istituzioni preposte alla organizzazione, gestione e controllo, e intensificare le occasioni di incontro e dibattito costruttivo. Ampliare il rapporto tra ricerca e società, e aiutare i cittadini a distinguere i fatti, basati su dati oggettivi, dalle opinioni».


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